(GEORGES SIMENON, DIETRO LE QUINTE DELLA POLIZIA (ADELPHI, PP 281, EURO 16,00)
Casi giudiziari clamorosi, celebri inchieste, appunti per i futuri romanzi e aneddoti di George Simenon sont rassemblés dans ‘Dietro le quinte della polizia’, quarto libro di reportage dello scrittore che inclut des articles apparsi su divers testate fr il 1933 e il 1937 dai quali emerge uno spaccato della Parigi dell’epoca. Nel libro, che esce il 29 novembre per Adelphi nella traduzione di Lorenza di Lella e Maria Laura Vanorio, con una note di Ena Marchi, con allinterno précieux photo d’epoca, ci sono tre reportage delle visite dello scrittore al Quai des Orfèvres a Parigi che negli anni Trenta indicava per metonimia il Palazzo di Giustizia.
Dans un gioco metalletterario, Simenon fa scrivere al commissario Maigret now in pensione le sue Memorie nelle quali tromuco il racconto di come gli fosse capitato di far visitare i locali della Polizia giudiziaria a uno scrittorello dotta di « giovanile sfrontatezza », conte Georges Sim. Nella realtà fu Xavier Guichard, che ne era il direttore, a proporre, all’inizio degli anni Trenta, a un Simenon che di Maigret ne aveva già pubblicati una mezza dozzina, di passare qualche giorno al Quai des Orfèvres, giusto per rendere più verosimili il suo personaggio e l’ambiente in cui si muoveva. Lo scrittore non se lo fece ripatere due volte e ne approfittò anche per scrivere una serie di articoli.
Come nei precedentes tre volumi di reportage: « Il Mediterraneo in barca » (2019), « Europa 33 » (2020) et « A margine dei meridiani » (2021), tutti usciti per Adelphi che sta ribublicando le opere dello scrittore, spesso il romanziere eclissa il giornalista. Dans ‘Dietro le quinte della polizia’ on trouve les Parigi di quegli anni con la faune dei suoi quartieri malfamati, gli immigrati delle periferie, i ricchi borghesi delle strade eleganti, i piccoli artigiani degli arrondissement più poveri: una città che già allora cominciava cambiare profundamente e che oggi è quasi del tutto scomparsa. Così com’è scomparsa quella polizia di cui Simenon ci mostra all’opera gli ultimi esemplari e della quale non hiden di rimpiangere i metodi sbrigativi ma efficaci.
« Ciò non toglie che forse mi resterà la nostalgia dei poliziotti dalle scarpe grosse e dei commissari che hanno fatto la gavetta, che parlano nel gergo dei quartieri popolari, che bevono al bancone accanto ai malviventi, gli offonro una cigarette e, se necessario, li prendono a schiaffi » dice Simenon, morto a Losanna nel 1989.
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